L'Estensione del Territorio

del Limone dell'Etna IGP

Ampie aree di terreno

Inserito in un territorio noto per la sua ricchezza culturale e naturalistica, sulle pendici del vulcano si collocano i terreni del Limone dell’Etna IGP, in un contesto che comprende 16 comuni pedimontani e centinaia di ettari coltivabili che da ben due secoli ospitano i limoneti.

Clima favorevole

Il vulcano Etna, oltre a fornire suoli e acqua ricchi di sostanze nutritive per le piante,  influenza fortemente, insieme alla vicinanza del mare, le caratteristiche pedo-climatiche dell’area di produzione del Limone dell’Etna. Infatti il clima mite e favorevole alla coltivazione del nostro oro dell’Etna è determinato dal regime dei venti, essi nella stagione primaverile ed estiva, soffiando dal mare, mitigano le alte  temperature estive e regolano i valori dell’umidità dell’area. Inoltre il vulcano, con i suoi 3.350 metri d’altezza, influenza il regime delle piogge e con la presenza  della neve invernale ad alta quota favorisce l’accumulo di ricche riserve idriche.

Lista dei Territori Comunali

dell'area di Indicazione Geografica Protetta

· Aci Bonaccorsi
· Aci Castello
· Aci Catena
· Aci Sant’Antonio
· Acireale

· Calatabiano
· Castiglione di Sicilia
· Fiumefreddo di Sicilia
· Giarre
· Mascali
· Piedimonte Etneo

· Riposto
· Santa Venerina
· San Gregorio di Catania
· Valverde
· Zafferana Etnea

I 4 Elementi del Territorio Etneo

che donano qualità al Limone dell'Etna IGP

I Venti

Il regime dei venti – di Levante, Scirocco e Grecale – e la radiazione solare contribuiscono a ridurre i valori di umidità relativa dell’aria. In estate e primavera questi creano una brezza marina sulla fascia costiera, che permette di avere un clima più mite che incentiva la coltivazione del frutto del limone.

 

Il Vulcano

Il vulcano Etna contribuisce a creare le caratteristiche pedologiche dell’ambiente. Le eruzioni laviche nei millenni hanno dato forma e sostanza ai terreni etnei, rendendoli così adatti alla coltivazione del limone e talmente fertili e ricche di sostanze da accrescere sensibilmente le proprietà chimiche e alimentari del frutto.

La Terra

I suoli sono dotati di elevata permeabilità e buona fertilità, ricchi di sostanza organica e minerali, con pH neutro e/o subacido, poveri di calcare, più o meno profondi, a volte con presenza di roccia affiorante la cui natura è di tipo basaltico.

L'Acqua

L’ampia disponibilità  di acqua di ottima qualità, ricca di sostanze minerali, e l’umidità atmosferica svolgono un ruolo fondamentale nella determinazione della qualità dei nostri frutti, consentendo produzioni stabili tutto l’anno, frutti succosi, di forma regolare e con buccia fine.

Un'Agricoltura Diversa

che riunisce in sé innovazione e tradizione

Mantenere la Tradizione Intatta

Le nostre piante di limone, unitamente alle nostre tecniche di coltura e al nostro fertile terreno vulcanico, permettono di mantenere attiva la produzione di limoni per tutto l’anno. In questo modo offriamo alle industrie ed ai nostri consumatori continuità nel fornire un prodotto di eccellenza per tutto l’anno, senza alcuna  interruzione!

Inoltre le pratiche agricole adottate coniugano le antiche tecniche, tramandate da generazioni, con i più moderni saperi dell’agricoltura biologica ed integrata o le più innovative tecnologie, come quella finalizzata al risparmio di risorse idriche e chimiche tramite il controllo da remoto del terreno.

La Tecnica della Forzatura

La specificità del territorio del “Limone dell’Etna” è la particolare tecnica colturale, chiamata ‘forzatura’ o ‘secca’ adottata dai produttori locali che permette una produzione estiva importante quasi come quella invernale. I frutti ottenuti con questa tecnica vengono chiamati “verdelli”.

Questa tecnica, adottata solo nel nostro territorio grazie al particolare tipo di terreno molto permeabile, consiste nel forzare la pianta a fiorire in estate e dare i frutti nel periodo da maggio a settembre dell’anno successivo, essa fu messa a punto già tre secoli fa del comprensorio jonico-etneo e si tramanda di generazione in generazione da oltre due secoli. In pratica non irrigando durante il mese di giugno – luglio si induce nella pianta uno stress idrico; dopo tale periodo, attraverso crescenti irrigazioni e concimazioni eccitanti a base di azoto si sveglia la pianta dal forzato letargo e si provoca una seconda fioritura che andrà  a frutto l’anno successivo.

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